Il termine inglese BURN-OUT in italiano può essere tradotto con bruciarsi, esaurirsi e infatti questa peculiare sindrome è collegata propio ad uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale. L′OMS ha classificato questa sindrome come una forma di stress lavorativo che non si è in grado di gestire con successo. Le persone colpite non sono più capaci di affrontare il proprio carico di lavoro quotidiano con le risorse disponibili e finiscono per soffrire di esaurimento cronico. Ovviamente la genesi del problema non è legata solo alla sfera professionale ma può colpire anche la vita privata, a riprova del fatto che il burnout non è una diagnosi univoca bensì un fenomeno complesso che si manifesta diversamente da persona a persona. Può insorgere al contrario anche in persone che si disperano alla ricerca di un lavoro che non riescono ad ottenere. Possiamo riscontrare tre tipologie di sintomi: Fisici: Mal di testa, stanchezza, disturbi del sonno, tensioni, disturbi gastrointestinali e Tachicardia. psichici: Calo della fiducia in sé stessi, vuoto interiore, maggiore vulnerabilità in caso di delusioni o perdite, soddisfazione sempre minore sul lavoro, elevata sensibilità allo stress, Depressione (malumore, infelicità, mancanza di interesse ecc.). Legati alla sfera lavorativa: calo dell′efficienza lavorativa e disagio sul posto di lavoro. Cosa può provocare il burnout? Esigenze, obiettivi e contesto variano da persona a persona e, con essi, anche le cause possono essere di natura diversa. Ma una cosa è certa: la sindrome da burnout è la conseguenza di uno stress cronico e presenta fattori di rischio interni ed esterni. La cura del burnout prevede diverse terapie adeguate al singolo caso. Prima si agisce, più diventa efficace la psicoterapia. I passi chiave da compiere per una buona terapia sono: riconoscere i sintomi, accettarli, rivolgersi a uno specialista o accettare per lo meno l′aiuto. Inoltre bisogna anche sempre rispettare le proprie esigenze, i propri bisogni e i propri tempi. Prendersi delle pause o delle vacanze o semplicemente coltivare delle passioni. Bisogna sempre ricordarsi che NON si vive per lavorare ma si lavora per VIVERE (Fonte Farmabook)